Monreale è famosa nel mondo per la sua splendida Cattedrale, esempio più importante di architettura normanna
in Sicilia: gusto nordico accanto ad elementi classici,
tradotti ed interpretati dalle maestranze arabe e bizantine che ancora
abitavano l'isola al tempo della costruzione (sincretismo
religioso-architettonico).
Il complesso abbaziale è di vastissime dimensioni, e si sviluppa tra il giardino del Belvedere, la piazza Guglielmo e la
piazza della Cattedrale.
Un unicum architettonico-urbanistico di straordinario valore storico e qualità estetiche.
Il monastero comprendeva anche un chiostro, un ampio cortile, un grande
dormitorio, due refettori (uno per i monaci infermi), la biblioteca e la
sala capitolare, oltre a tutti gli spazi di servizio per quella che
doveva essere in origine una cittadella fortificata ed autosufficiente,
come testimoniano le tracce superstiti del sistema di torri che si
trovano inglobate nella cortina
muraria.
La Torre delle Carceri si trova inserita nella fabbrica della Chiesa degli Agonizzanti, di fronte all'ingresso della Cattedrale. |
Questa piccola chiesa ad aula merita una visita sia per gli interessanti
stucchi che la decorano, sia per lo straordinario paramento murario
medievale rinvenuto.
Si accede tramite la splendida porta bronzea di
Bonanno Pisano: 42 formelle che meravigliosamente raccontano l'Antico e
il Nuovo Testamento.
Il portico settentrionale è invece opera rinascimentale di Gian Domenico
e Fazio Gagini: su questo lato il portale di ingresso fu realizzato nel
XII sec. da Barisano da Trani.
Fate un giro intorno alla chiesa, passando sotto il suggestivo arco che collega la chiesa al Palazzo Reale (oggi sede dell'Amministrazione comunale), per ammirare le absidi, spettacolari, decorate da fasce di archeggiature policrome (calcare e pietra lavica) sorrette da colonnine pensili. All'interno la chiesa ha pianta basilicale, a tre navate, con transetto, absidi, e tetto ligneo a capriate decorate.
Molti dettagli dell'impianto decorativo interno (i pavimenti e la fascia
basamentale) rivelano una chiara matrice islamica, ma lo straordinario
paramento musivo fu realizzato certamente da mosaicisti provenienti
dall'Oriente e da Venezia.
I mosaici d'oro delle navate, raccontano per immagini, vera Bibbia dei
poveri, le storie del Vecchio Testamento e la Vita di Cristo.
Nel catino absidale troneggia, invece, ieratica e magnificente, la figura del Pantocratore.
La fabbrica della Cattedrale rappresenta il fianco meridionale del
Chiostro benedettino: un quadrato di 47 metri di lato, porticato con una
teoria continua di arcate a sesto acuto sostenute da 228 colonnine
abbinate e decorate da intarsi moreschi tutti differenti.
Diversi l'uno dall'altro sono anche i capitelli, ornati mirabilmente con
motivi antropomorfici, fitomorfici e con altri elementi di fantasia
(tradizionali dell'immaginario medievale).
L'angolo nord-ovest del Chiostro accoglie una fontana a colonna
intarsiata, di chiara ispirazione moresca e di forte valenza simbolica
(l'acqua è elemento di purificazione sia nella tradizione cristiana che
musulmana).
Dal Chiostro si può passare, attraverso il Dormitorio benedettino, da
poco splendidamente restaurato, al Giardino del Belvedere (belli gli
esemplari di magnolia), dal quale si gode di una vista amplissima sulla
Conca d'Oro e la Valle dell'Oreto.
Rimanete qui qualche istante in silenzio, astraetevi dalla confusione,
allontanatevi dal gruppo (se siete arrivati a Monreale con una gita
organizzata) e immaginate come doveva essere questa valle all'epoca di
Gugliemo II e ancora prima, al tempo degli arabi:
una sconfinata, intatta pianura verde e lussureggiante, rigata di corsi
d'acqua, punteggiata dai casini di caccia e di piacere degli emiri,
profumata di fiori d'arancio e gelsomino.
Capirete allora perché un viaggiatore arabo definì questi luoghi "il paradiso sulla terra".
Vi consigliamo di non perder due degli eventi che animano la vita della
comunità monrealese: uno, di carattere sacro, è la grande Festa del
Santissimo Crocifisso, che si svolge i primi tre giorni di maggio.
Si tatta di una festa tradizionale, con tutta la ricchezza e la simbologia delle
feste patronali di Sicilia: una commistione di sacro e profano, di
processioni e spettacoli folcloristici.
L'altro appuntamento, ormai di fama internazionale, è la
Settimana di Musica Sacra, che si svolge nella prima metà di novembre:
in questa occasione la cattedrale raccoglie, nella magnificenza dei suoi
ori, complessi orchestrali e cori da tutto il mondo.
L'alta qualità delle esecuzioni e la straordinaria bellezza dei luoghi
fanno di questa manifestazione un appuntamento da non perdere
assolutamente.
Il sito ove sorge la città fu ritenuto di grandissima importanza
strategica (per dominare la valle e controllare l'unico passo che
dal mare porta all'interno dell'isola e la valle del Belice) già
dagli arabi, che vi costruirono un casale.
I re normanni
lo elessero successivamente come luogo di caccia, innalzandovi un
palazzo (dovrebbe coincidere con l'attuale costruzione che ospita il
Municipio).
Da qui l'appellativo di Mons Regalis.
La città divenne importante con Guglielmo II, il normanno che costruì nel 1174 la Cattedrale di Santa Maria La Nuova e l'annesso monastero.
La leggenda vuole che la chiesa sia stata edificata dal re per esaudire
il voto alla Madonna per uno scampato pericolo; si ha ragione di credere
però che il monastero sia stato in realtà un presidio militare e che i
monaci fossero anche dei guerrieri.
La nascita dell'abbazia è infatti sicuramente legata alle vicende
politiche del tempo ed alla lotta feroce benché sotterranea tra il re
normanno e l'arcivescovo di Palermo, Gualtiero Offamilio (Walter of the
Mill, di origine inglese), che capeggiava il partito dei feudatari
locali, insofferenti al dominio straniero.
La fondamentale funzione difensiva oltre che (prima che) religiosa del
complesso architettonico è sottolineata dal fatto che l'abbazia, poi
divenuta sede arcivescovile, fu dotata subito dal re, e via via
arricchita dai suoi successori, di un immenso patrimonio di beni e
terreni (ancora oggi il territorio di Monreale è uno dei più estesi
della Sicilia); nelle epoche successive l'arcivescovo della città
esercitò d'altronde sempre un enorme potere in Sicilia.
A Monreale l'arte del mosaico è ancora viva grazie alla locale scuola
professionale che tenta di continuare la tradizione antica insegnando ai
giovani la difficile tecnica dei mosaicisti bizantini.
Si trovano in giro dei bravi maestri artigiani che realizzano ancora oggi opere di grande gusto e qualità.
Visitate le botteghe e fatevi spiegare i loro metodi di lavoro, gustatevi la perizia tecnica delle loro mani all'opera. Se dovete fare un acquisto, evitate di comprare le banali realizzazioni di scarsa qualità fatte apposta per il turista medio.
Salendo da Monreale verso San Martino delle Scale si passa sotto il Castellaccio, un monastero del XIII sec. che i benedettini di Monreale utilizzavano anche come sanatorio per i monaci infermi e che ha l'aspetto di una fortezza.
A 10 km. da Monreale si trova, immerso nelle pinete, il minuscolo paese di San Martino delle Scale, tradizionale luogo di villeggiatura dei palermitani. Qui si trova un'altra Abbazia benedettina, fondata probabilmente da Gregorio Magno nel VI sec.
Il complesso che vedete oggi risale però al XIV sec. ed ha subito molte modifiche e rimaneggiamenti, sino al bellissimo completamento effettuato da Giuseppe Venanzio Marvuglia intorno al 1770.
Anche questo impianto è assai vasto: vi si trovano numerosi cortili, chiostri porticati e logge.
La chiesa, con interessante facciata rinascimentale, ospita tele di illustri pittori siciliani come lo Zoppo di Gangi e Pietro Novelli (che nacque a Monreale).
Si trovano in giro dei bravi maestri artigiani che realizzano ancora oggi opere di grande gusto e qualità.
Visitate le botteghe e fatevi spiegare i loro metodi di lavoro, gustatevi la perizia tecnica delle loro mani all'opera. Se dovete fare un acquisto, evitate di comprare le banali realizzazioni di scarsa qualità fatte apposta per il turista medio.
Salendo da Monreale verso San Martino delle Scale si passa sotto il Castellaccio, un monastero del XIII sec. che i benedettini di Monreale utilizzavano anche come sanatorio per i monaci infermi e che ha l'aspetto di una fortezza.
A 10 km. da Monreale si trova, immerso nelle pinete, il minuscolo paese di San Martino delle Scale, tradizionale luogo di villeggiatura dei palermitani. Qui si trova un'altra Abbazia benedettina, fondata probabilmente da Gregorio Magno nel VI sec.
Il complesso che vedete oggi risale però al XIV sec. ed ha subito molte modifiche e rimaneggiamenti, sino al bellissimo completamento effettuato da Giuseppe Venanzio Marvuglia intorno al 1770.
Anche questo impianto è assai vasto: vi si trovano numerosi cortili, chiostri porticati e logge.
La chiesa, con interessante facciata rinascimentale, ospita tele di illustri pittori siciliani come lo Zoppo di Gangi e Pietro Novelli (che nacque a Monreale).
Quanto al ben mangiare e al buon bere va subito detto che Monreale e la
retrostante Valle del Belice sono terra di ottimi vini, che specialmente
negli ultimi anni hanno fatto la gloria della Sicilia vinicola a tutti i
concorsi nazionali e internazionali.
Monreale è una delle città turistiche più visitate in ogni periodo dell'anno e la qualità media del mangiare è buona.
Bene la Taverna del Pavone, a pochi passi dalla Cattedrale, anche per la cordialità di Marcello, il proprietario, che unisce abilmente nei suoi piatti la tradizione della cucina siciliana (soprattutto quella di matrice araba) con una costante ricerca innovativa.
Se invece avete poco tempo non perdetevi un buon panino con le panelle (gustose frittelle di farina di ceci aromatizzate con prezzemolo e grani di finocchio selvatico) in una delle numerose, strepitose, friggitorie che si trovano lungo le stradine del centro.
E per finire acquistate del pane da portare a casa (la bontà del pane di Monreale è nota a tutti gli intenditori della provincia), per esempio nella ottima Panetteria Tusa; già che ci siete non perdetevi di assaggiare i biscotti (altra gloria della città): le reginelle con il sesamo, i quaresimali con le mandorle, gli algerini imbiancati dallo zucchero a velo.
Solo allora la visita della meravigliosa cittadina di Monreale avrà raggiunto per voi la pienezza del corpo e dello spirito.
Raggiungere Monreale da Palermo, nulla di più semplice con i mezzi pubblici: da Piazza Indipendenza, a Palermo, prendere l'autobus n° 389 che porta proprio in Piazza Duomo a Monreale.
Monreale è una delle città turistiche più visitate in ogni periodo dell'anno e la qualità media del mangiare è buona.
Bene la Taverna del Pavone, a pochi passi dalla Cattedrale, anche per la cordialità di Marcello, il proprietario, che unisce abilmente nei suoi piatti la tradizione della cucina siciliana (soprattutto quella di matrice araba) con una costante ricerca innovativa.
Se invece avete poco tempo non perdetevi un buon panino con le panelle (gustose frittelle di farina di ceci aromatizzate con prezzemolo e grani di finocchio selvatico) in una delle numerose, strepitose, friggitorie che si trovano lungo le stradine del centro.
E per finire acquistate del pane da portare a casa (la bontà del pane di Monreale è nota a tutti gli intenditori della provincia), per esempio nella ottima Panetteria Tusa; già che ci siete non perdetevi di assaggiare i biscotti (altra gloria della città): le reginelle con il sesamo, i quaresimali con le mandorle, gli algerini imbiancati dallo zucchero a velo.
Solo allora la visita della meravigliosa cittadina di Monreale avrà raggiunto per voi la pienezza del corpo e dello spirito.
Raggiungere Monreale da Palermo, nulla di più semplice con i mezzi pubblici: da Piazza Indipendenza, a Palermo, prendere l'autobus n° 389 che porta proprio in Piazza Duomo a Monreale.