puntuale e puntuali sono iniziati anche gli altri due incontri in videoconferenza da Milano, dove c'era Gherardo Colombo e da Torino, dove c'era Giancarlo Caselli, tutti e tre gli incontri vertevano sul tema: "La lotta alle mafie: un appuntamento rimandato". Quella di Scarpinato è stata un'analisi precisa e attenta dei fatti con tutti i riferimenti storici e con le conclusioni alle quali si arriva oggi in Italia quando si cerca di spiegare il quadro socio-politico. "Con tutti i finanziamenti europei che arrivano in questa terra, la Sicilia dovrebbe essere come la Svizzera. Dove sono finiti i soldi? nelle tasche dei soliti noti. Invece di sistemare quartieri come lo Zen o il Borgo Vecchio, che si preferisce mantenerli in questo stato di degrado per avere fucine di persone che cercano riscatto, perché non vogliono essere 'nessuno 'mmiscatu cu nienti' e così si arruolano nella mafia, per avere rispetto e riconoscibilità, per diventare classe dirigente occulta. La mafia si sconfigge dando lavoro onesto, ma soprattutto dignità sociale". Sono le parole del magistrato che tengono col fiato sospeso gli intervenuti, e continua: "Negli anni '80 e '90 quando si scopriva che un politico era colluso con la mafia si ci vergognava, ci si indignava. Adesso siedono in parlamento. In Italia si va avanti per rimozione, la televisione non ne parla e allora i fatti non esistono, come il sotterramento del caso Andreotti".
(di Alessia Rotolo)