Che tutti i sindaci di Sicilia emanino ordinanza contro gadgets di mafia!


Leggete un po' ciò che succede ad Erice (fonte www.trapanioggi.it)

Erice, ordinanza contro gadget “mafiosi”
Erice, 17 giugno 2011 - Dal 17 giugno 2011 i negozi di Erice che espongono fuori dal loro esercizio commerciale gadget che, anche in maniera spiritosa, si rifanno al fenomeno mafioso, rischiano una multa di 500 euro.
Lo dispone una ordinanza del sindaco Giacomo Tranchida e dell’assessore al centro urbano Alberto Venza. Il materiale, molto ricercato dai turisti, consiste in magliette che si rifanno alla mafia, in pupazzi con coppola e lupara ed in donne con vestiti neri.
Una immagine che, nonostante gli sforzi della popolazione locale di affrancarsi dal fenomeno mafia, continuano, nell’immaginario collettivo dei turisti, ad essere richiesti.
Singolare la coincidenza delle persone che hanno varato l’ordinanza: il sindaco Tranchida, di formazione culturale comunista, e l’assessore Alberto Venza, che proviene dalla file dell’Msi.
A dimostrazione che su aspetti di rilevanza sociale e sensibilità umane e politiche possono trovare una larga intesa.

Erice, Caradonna(Idv) su ordinanza sindaco gadget antimafia
Erice, 22 giugno 2011 - In riferimento all’ordinanza di due giorni fa, con la quale il Sindaco di Erice , Giacomo Tranchida, su suggerimento dell’assessore con delega al centro storico, dr. Alberto Venza , ha vietato l’esposizione di magliette ed i gadget satirici sulla mafia, si rappresenta quanto segue. Condividendo appieno le rimostranze espresse a tal riguardo dai commercianti della vetta, fra cui vi è anche il consigliere comunale valdericino Gianfranco Palermo, si contestano metodo e tempi di intervento dell’amministrazione. In primo luogo ci si domanda se , anziché emanare un ‘ordinanza , non sarebbe stato invece più giusto ed opportuno adottare lo strumento del dialogo. Visto il numero non elevatissimo dei commercianti del centro storico, l’amministrazione ericina avrebbe potuto promuovere ed organizzare, in tempo utile, un incontro con gli stessi negozianti ai quali suggerire l’auspicata linea di condotta ossia quella di evitare la vendita di “merce raffigurante personaggi, situazioni e frasi che si rifanno al fenomeno mafioso, anche se sotto forma di sfottò”.
In secondo luogo, anche il tempo di emanazione dell’ordinanza merita censura. Aver voluto adottare il provvedimento in esame all’apertura della stagione estiva, determina un significativo danno economico per i commercianti ericini i quali , come è agevole intuire , si ritrovano all’interno dei negozi e nei magazzini, merce che difficilmente potrà essere venduta. Ci si domanda dunque se , in tale contesto, sia stata data prevalenza ad una logica propagandistica (ossia quella che determina la volontà di apparire a tutti i costi su TV e giornali ) lasciando ai margini l’effettivo interesse della comunità amministrata la quale , a ben vedere, andrebbe tutelata non dai gadget satirici sulla mafia, ma da ben altri comportamenti illeciti che, come è noto, a vari livelli, interessano l’intera Sicilia .

Noi proponiamo al Sindaco di Erice di approvare un rimborso simbolico per i commercianti che distruggeranno gli inutili gadgets, con un falò finale che li bruci e li estirpi in senso liberatorio.
Che tutti i Sindaci di Sicilia emanino uguale ordinanza!