E' il bambino che Malta ha respinto e che l'Italia invece ha voluto. Sam, il piccolo eritreo di 5 mesi, era a bordo della nave cisterna 'Salamis', al centro di un contenzioso tra La Valletta e l'Unione Europa.
Ora, per volonta' del governo italiano, e' a Siracusa, coccolato dalla mamma e da coloro che l'hanno soccorso.
Il primo ad andargli incontro e' stato un medico.
"L'ho visto seduto a terra su un plaid vicino alla madre. E' bellissimo e le sue condizioni sono buone", racconta Giuseppina Di Giacomo, il medico della Sanita' marittima che ha visitato il gruppo di migranti, eritrei e sudanesi. Sam ha condiviso il viaggio dall'Africa insieme ad altre 101 persone, tra cui 20 donne, quattro delle quali in stato di gravidanza.
"L'ho visto seduto a terra su un plaid vicino alla madre. E' bellissimo e le sue condizioni sono buone", racconta Giuseppina Di Giacomo, il medico della Sanita' marittima che ha visitato il gruppo di migranti, eritrei e sudanesi. Sam ha condiviso il viaggio dall'Africa insieme ad altre 101 persone, tra cui 20 donne, quattro delle quali in stato di gravidanza.
Insieme erano su un gommone in avaria.
Chissa' quanta paura ha patito la madre per quel figlio per il quale desiderava un destino migliore, lontano dalla fame e dai conflitti. Immobili nella distesa di mare, sotto il sole, a 80 chilometri dalla Libia. Senza la possibilita' di andare avanti ne' di tornare indietro. Ma sono arrivati i marinari del cargo battente bandiera liberiana. "Li hanno ben assistiti", ha riconosciuto un medico siracusano. Poi il braccio di ferro con Malta, con il ministro dell'Interno di quel Paese che aveva intimato al capitano della nave di non entrare nelle loro acque. Fino alla svolta e al via libera dell'Italia.
Il comandante della Capitaneria di porto di Siracusa ha preso in braccio Sam per giocarci in attesa che la madre, dichiaratasi di nazionalita' eritrea, finisse di dissetarsi e di essere curata dai medici della Croce rossa. "E' stato un momento toccante - spiega il comandante della Guardia costiera - che ha emozionato tutti noi. Ci auguriamo che il piccolo Sam possa ricominciare una nuova vita e la sua presenza ha dato una piccola gioia. Le sue condizioni fisiche sono molto buone e questo e' dipeso dal fatto che il latte della madre lo ha nutrito a sufficienza. Credo che questo sia stato determinante per la sua salvezza".
(foto tratta da www.gds.it)
Chissa' quanta paura ha patito la madre per quel figlio per il quale desiderava un destino migliore, lontano dalla fame e dai conflitti. Immobili nella distesa di mare, sotto il sole, a 80 chilometri dalla Libia. Senza la possibilita' di andare avanti ne' di tornare indietro. Ma sono arrivati i marinari del cargo battente bandiera liberiana. "Li hanno ben assistiti", ha riconosciuto un medico siracusano. Poi il braccio di ferro con Malta, con il ministro dell'Interno di quel Paese che aveva intimato al capitano della nave di non entrare nelle loro acque. Fino alla svolta e al via libera dell'Italia.
Il comandante della Capitaneria di porto di Siracusa ha preso in braccio Sam per giocarci in attesa che la madre, dichiaratasi di nazionalita' eritrea, finisse di dissetarsi e di essere curata dai medici della Croce rossa. "E' stato un momento toccante - spiega il comandante della Guardia costiera - che ha emozionato tutti noi. Ci auguriamo che il piccolo Sam possa ricominciare una nuova vita e la sua presenza ha dato una piccola gioia. Le sue condizioni fisiche sono molto buone e questo e' dipeso dal fatto che il latte della madre lo ha nutrito a sufficienza. Credo che questo sia stato determinante per la sua salvezza".
(foto tratta da www.gds.it)